Per quale motivo dovrei acquistarlo? A cosa serve?
Influenza veramente il suono del mio sistema? Esistono differenze tra un rack ed un altro?
Queste sono solo alcune delle domande che ci sentiamo rivolgere da clienti ed appassionati.
In questa sezione e nell’approfondimento che potrete scaricare all’interno della pagina, cercheremo di fornire delle risposte chiare, spiegando in modo semplice ma rigoroso cosa avviene durante la riproduzione sonora, per capire l’importanza che questo oggetto ricopre all’interno della catena di riproduzione.
Iniziamo quindi a dare una definizione di quest’oggetto: un rack è uno strumento tecnico che serve ad assorbire una parte delle vibrazioni che si propagano attraverso il pavimento ed i muri durante la riproduzione di un brano musicale ad alto volume. Funge da supporto per le nostre elettroniche ma soprattutto le mette nella condizione di funzionare nel miglior modo possibile.
Le immagini al microscopio dei solchi di un vinile ci mostrano come la puntina sia obbligata a seguire un percorso predefinito. Le vibrazioni della puntina create dal movimento della stessa all’interno dei solchi, vengono trasmesse tramite il cantilever alla testina, la quale genera un campo magnetico che si traduce in segnale elettrico.
Questo segnale elettrico contiene il messaggio sonoro da amplificare che va poi tramutato in movimento meccanico dei trasduttori per generare l’onda sonora.
Se la puntina si muove in modo anomalo (a causa di vibrazioni nocive) trasferisce segnali non veritieri alla testina andando a “sporcare” quello che è il messaggio sonoro originale o “dimenticandosene” una parte per strada. A livello pratico questo si traduce in mancanza di dinamica alle basse frequenze, perdita di dettagli ambientali, perdita di equilibrio timbrico, distorsione alle alte frequenze, ecc…
Se parliamo di alta fedeltà, dobbiamo mettere in condizione i nostri apparecchi di esprimersi al meglio. Trascurare questo parametro significa vanificare parte degli sforzi.
Acquistare un rack senza la consapevolezza di ciò che si sta facendo, affidandosi a produttori improvvisati o spendendo “il meno possibile”, può risultare una mossa quantomeno azzardata, che rischia di vanificare in parte gli sforzi economici fatti per mettere insieme la nostra catena HiFi. Un rack mal progettato non solo è inutile, a volte risulta persino dannoso, amplificando in modo importante le vibrazioni che arrivano dal pavimento e quelle generate dai motori di giradischi e lettori CD.
Tutto ciò che risulta “esterno” alla catena riproduttiva, ovvero gli accessori e il trattamento acustico ambientale va commisurato all’effettivo valore dell’impianto. Distribuire in modo bilanciato gli investimenti commisurandoli alle relative necessità è sempre la cosa migliore.
Un accessorio non potrà mai farvi gridare al miracolo, trascurarne l’importanza può però compromettere il risultato finale. Più una sorgente è sensibile e sofisticata, maggiore deve essere il livello di isolamento alla quale è sottoposta. Un supporto progettato male, che utilizza materiali scadenti e privo di qualunque fondamento tecnico/scientifico non può isolare correttamente le nostre elettroniche e spesso non fa altro che peggiorare la situazione.
Bassocontinuo ha fin dall’inizio avuto un approccio serio e professionale: siamo gli unici ad effettuare test statici, dinamici e comparativi sui nostri prodotti. Tutti ripetibili e dimostrabili, certificati da una società di consulenza che studia i fenomeni vibratori per l’industria aeronautica, per l’automotive e per quella aerospaziale.
Le analisi accelerometriche ed i relativi risultati sono scaricabili e consultabili da chiunque e rappresentano un ottimo strumento per il continuo miglioramento dei nostri prodotti ed una garanzia per l’utente finale.
Il tutto si tramuta in un profondo rispetto per la clientela che ci ha scelto e ci supporta fin dalle nostre origini.
Dimostrare con dati oggettivi l’importanza del rack nella catena HiFi va ben oltre qualche frase ad effetto priva di alcun fondamento.
Per l’occasione abbiamo utilizzato una catena HighEnd di riferimento assoluto e l’abbiamo fatta suonare in condizioni quanto più simili all’ambiente domestico:.
Il setup per realizzare il test comparativo tra un tavolino commerciale, un Lyra XL4 2.0 e un Golia è composto da:
• Giradischi AMG Giro con braccio da 9W2 e testina Lyra
• Pre-phono Boulder 508
• Preamplificatore Spectral DMC 30 SV
• Amplificatore finale Spectral DMA 300 SV
• Diffusori Avalon/Spectral Aurora
• Cavi potenza e interconnessione Mit Spectral
Lo scopo del test non era quello di dimostrare la superiorità dei nostri prodotti rispetto ad altri ma di far capire a tutti cosa succede ad un giradischi quando si ascolta musica ad alto volume e lo su posiziona su un supporto non adeguato (o progettato male).
Abbiamo quindi riprodotto sempre lo stesso brano musicale, utilizzando la stessa catena, posizionata sui tre supporti differenti.
Per un maggiore approfondimento scarica la brochure e il report del test comparativo:
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I grafici che riportiamo di seguito sono quantomai esplicativi e dimostrano le accelerazioni (asse Y) che i rack (e le relative elettroniche) subiscono durante la riproduzione musicale nell’arco di tempo di tre minuti (asse X).
Clicca sui nomi per vedere i singoli grafici:
Di seguito invece la rappresentazione 3D con accelerazione (unità di misura g, in scala logaritmica, asse z) in funzione della frequenza (asse y) e del tempo (asse x).
Clicca sui nomi per vedere i singoli grafici:
Non considerare un rack all’interno del sistema HiFi è un errore che molti commettono, spesso perché lo si ritiene superfluo o non se ne conosce l’esatto funzionamento.
Purtroppo negli anni, molti produttori improvvisati hanno provato a vendere prodotti privi di qualunque requisito tecnico/scientifico, circondandoli di un alone magico che spesso cade nel ridicolo, screditando di conseguenza tutto il settore. Ciò che stiamo cercando di fare è di ridare credibilità ai quei pochi produttori seri che si dedicano giornalmente alla produzione di questi oggetti.
Il test che abbiamo riportato sopra è stato effettuato in condizioni controllate e facilmente ripetibili. L’acquisizione è durata circa 300 secondi, suonando “The Wall” dei Pink Floyd. Durante il test la pressione sonora raggiunta ha eccitato tutti gli oggetti presenti nella sala, inclusi pavimento e muri nelle frequenze dell’udibile (da 20 a 20 kHz).
Alle frequenze più basse, cariche di maggiore energia, lo smorzamento dei rack funziona SOLO se in presenza di una corretta progettazione: si nota immediatamente come il tavolino generico, assimilabile ad un qualunque tavolo da salotto (o ad un rack progettato male) funzioni in modo diametralmente opposto, favorendo addirittura l’amplificazione delle vibrazioni che influenzano negativamente la qualità di riproduzione.
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